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“Voi non mi capite!”

“Voi non mi capite!”

 

img_3268“Voi non mi capite!”.  Eccola, la più classica delle affermazioni preadolescienziali ha fatto irruzione in casa nostra questa mattina alle 7.50 appena passate. Tempismo perfetto visto che mancavano dieci minuti all’appuntamento con il bus della scuola che passa inesorabilmente alle otto e ritarda solo se noi per convergenze astrali sconosciute arriviamo alla fermata con qualche minuto d’anticipo. E i “tempi” hanno avuto un ruolo chiave in questo ingresso solenne: la mattina il tempo a disposizione è sempre poco e così le abbiamo chiesto di vestirsi da sola. Come risposta si è infilata sotto le coperte per poi invocare aiuto proprio mentre ero alla spasmodica ricerca di una scarpa della sorella che ovviamente era sparita nel momento sbagliato  e suo padre era già sulla porta con un piglio, anche se poco credibile, da tenente da telefilm anni’80. Il tempo però mi ha salvata dal dare una risposta a quella temuta quanto attesa affermazione, perchè in fin dei conti una risposta giusta non c’è o più semplicemente io non la possiedo. E hai voglia di leggere libri, manuali, articoli….

La verità è che a me questa fase spaventa. La immagino un po’ come quando sono piccoli piccoli che appena credi di aver capito come funzionano cambia tutto. Sì, insomma, quella vecchia storia dei figli che nascono senza manuale d’istruzioni e devi provare a capirli crescendo insieme a loro!

A dire il vero la frase in oggetto era stata già pronunciata in passato ma in modo meno solenne, meno convinto. Siamo ancora in quella fase dove la bambina prevale ma la futura ragazzina inizia a fare capolino. Succede ad esempio la sera quando sprofonda con il naso nel suo libro preferito e non c’è per nessuno. Adoro la lettura assorta e solitaria e so che risponde anche al bisogno di stare da soli in uno spazio altro inaccessibile se non a se stessi.  Tiro un sospiro di sollievo quando la vedo parlottare nei giochi con pupazzi e pupazzetti di ogni dimensione e quasi mi commuovo quando la vedo giocare con gli altri due. So che la ricerca di una solitudine è un passo necessario verso l’autonomia e sarà anche per questo che mi affascina e mi spaventa. Mi rassicuro pensando che ancora non si chiude in camera con lo stereo a palla. Arriverà quel momento e in quella che spero sia una lunga attesa forse mi conviene andare in biblioteca alla ricerca de  Il tempo delle mele. .Chissà che un ripassino non aiuti. Insieme a un po’ di sana ironia. Ne avrò bisogno soprattutto contro chi con  ostentata saggezza mi dirà “Figli piccoli, problemi piccoli; figli grandi, problemi grandi”.

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