Magiche risate
Ci sono giorni in cui la malinconia mi si para davanti. Giorni in cui i rimpianti non ne vogliono sapere di lasciarmi in pace. Giorni in cui mi chiedo come sarebbe andata se avessi fatto un’altra facoltà, un altro master, un altro lavoro. Giorni in cui mi chiedo come sarebbero andate le cose se avessi avuto un’altro carattere. Sono giorni non proprio al top; giorni in cui mi risuonano in testa versi come “…bisogna saper scegliere in tempo non arrivarci per contrarietà…” alternati a “…a vent’ anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell’età”.
Se sono fortunata a destarmi da questi pensieri ci pensa una risata. La risata di un treenne davanti alla scena di un cartone visto mille volte oppure la risata di una novenne che ha tovato qualcosa di buffo in un libro. Oppure può essere la risata di una settenne che gioca. Altre volte sono le tre risate insieme accompagnate da salti sul divano e inseguimenti roccamboleschi in corridoio.
Basta una risata a richiamare alla mente e al cuore tutte le altre risate: quelle sdentate dei primi mesi, quelle degli aeroplanini e dei cavallucci, quelle su una giostra che gira vorticosamente e quelle provocate da un’onda che ti travolge in riva al mare. E allora mi assale un altro pensiero, banale : la magia esiste e sta nelle risate dei bambini.
In fin dei conti cos’è la magia se non la capacità di sovvertire le forze della natura e l’ordine delle cose? La fatina permette a Cenerentola di andare al ballo e la Fata turchina trasforma Pinocchio in un bimbo vero. Harry la fa a Voldemort e il gatto con gli stivali all’orco. I selvaggi con le loro risate spazzano i cattivi pensieri, almeno per un po’. Se non è magia questa…