Sids e vaccini, un manifesto agghiacciante
Ho sempre provato un certo disagio davanti alla notizia, lanciata da un’agenzia o riportata da qualche quotidiano locale, di una morte in culla. Poche righe racchiudevano il dolore immenso e indescrivibile di una madre e di un padre sconosciuti ma che come me erano genitori. La notizia di quella Sids evocava una paura tremenda che cercavo di esorcizzare. Erano gli anni in qui le gnome erano piccole e visto che sono sempre tornata a lavorare molto presto forse mentre io leggevo quelle righe loro dormivano tranquille nella loro culla. Mi ha sempre spaventato la Sids e ho sempre provato a mettere in pratica quegli accorgimenti che possono ridurla. Ho tenuto la temperatura della stanza ad una certa temperatura, le ho messe a dormire nel loro lettino ma nella nostra stanza, le ho fatte dormire nella schiena e senza cuscino, ho evitato di esporle al fumo passivo pur sapendo che questi accorgimenti servivano a ridurre il rischio non ad eliminarlo. Credo che come me siano state moltissime le mamme terrorizzate dalla possibilità di perdere un figlio nel sonno, paura che per me è stata ancora, se possibile, più forte con il selvaggio, arrivato ad allietare le nostre vite un anno dopo la nascita senza vita di sua sorella. Una paura che ancora mi porto dietro e che forse non svanirà mai pur se cambieranno i motivi della preoccupazione.
Sarà per tutti questi motivi che ho avuto un colpo allo stomaco quando ho visto il manifesto, apparso in Puglia, i cui i sostenitori della libertà vaccinale collegano la morte in culla con la somministrazione dell’esavalente. Evocando il rischio di morte in culla, il manifesto suggerisce di non vaccinare i bambini. L’ordine dei medici della Puglia ha parlato di un “messaggio fuorviante e non supportato scientificamente“. Roberto Burioni ha spiegato che non esiste nessuna relazione causale scientificamente provata tra questo atroce evento e la somministrazione del vaccino. Può accadere che un lattante muoia dopo la somministrazione del vaccino ma non per causa del vaccino. Questo almeno è quanto la medicina sostiene sulla base dei dati internazionali. Dati che per gli autori del manifesto non hanno alcun valore, visto che per loro le morti in culla da vaccino – così le chiamano – vengono occultate dai rapporti ufficiali. Occultare significa “nascondere” e dunque rendere falsi, premessa che rende vano qualsiasi dialogo fondato sui dati e sulla bibliografia scientifica.
Un’amica medico ha definito questo cartellone “agghiacciante”. Io non trovo una parola altrettanto efficace ed elegante ma me ne vengono in mente due molto meno raffinate: “triste” e “cattivo“. Il messaggio evoca una paura e su questa “gioca” in modo subdolo. Non ho vissuto il dramma di cui si parla nel manifesto e dunque non so quali sentimenti possa evocare nei genitori che hanno vissuto quel tremendo lutto. So però che dopo una perdita si è fragili e pure che i sensi di colpa sono dietro ogni angolo. Io ricordo il disagio profondo davanti a qualsiasi causa – anche la più fantasiosa e priva di fondamento, avanzata da chiunque – che ipoteticamente avrebbe potuto essere l’origine della morte in utero di Lucrezia. Ed è una cosa che mi sono portata dietro per tutta la gravidanza successiva. Una volta ho chiamato in lacrime l’ostetrica perché un signore anziano mi aveva detto – ai giardinetti – che la granita alla fragola che stavo sorseggiando avrebbe potuto danneggiare il bambino che portavo in grembo. A ripensarci l’episodio mi pare ridicolo e mi strappa una risata ma sul momento un messaggio strampalato – e sicuramente meno serio nelle sue potenziali conseguenze di quello contenuto nel manifesto – è stato fonte di angoscia e di paura. Quando si è fragili si è più vulnerabili anche di fronte ai messaggi, specie quelli che sfiorano le corde dei nostri timori. Un motivo in più per definire “agghiacciante” quel manifesto.
Sei stata fin troppo signora a definirlo “agghiacciante”. Avrei utilizzato parole più forti e piene di odio per aver giocato sulla fragilità dell’essere umano.
…temo che alzare i toni sia inutile…ma forse sono proprio le parole che si stanno rivelando inutili in questo contesto. Grazie per la pazienza…e per “la signora” 😉