Tutti i poteri dei pidocchi.
Se ci fosse stata una raccolta punti, noi con i prodotti contro i pidocchi avremmo vinto almeno una vacanza all-inclusive in un resort 5 stelle. Invece, la raccolta punti non c’era, non c’è e non ci sarà. Loro, i pidocchi o pinocchi come li chiama il selvaggio, ogni tanto tornano a farci visita e non ci resta che cacciarli a suon di pettinino e trattamento. Annunciati il più delle volte da un ripetuto grattarsi la zucca spesso sono accompagnati da valanghe di mail, messaggi in chat, richieste disperate e appelli che a volte sfiorano toni apocalittici.
Io inizio a pensare che i pidocchi abbiano i super-poteri. I pidocchi trasformano le naturiste in fans della chimica e le più accanite sostenitrici della scienza in sperimentatrici di metodi della nonna. I pidocchi rendono alcune capaci di spalmare la maionese su teste di pargoli che, alla vista del vasetto, si erano illusi di potersi trovare davanti a una mega porzione di patatine fritte. Il femminile non è casuale visto che i papà sembrano avere un approccio più razionale alla cosa e non capire l’isteria collettiva che si impossessa di noi mamme. Al più si grattano la testa e in nome della suggestione ti invitano a non chiamare il nemico per nome.
I pidocchi scatenano cacce alle streghe, di quelle che, se per caso non hai letto il primo messaggio della chat, potresti pensare ad un’epidemia di peste. Quando ci sono i pidocchi in giro, chiunque si porti una mano all’altezza delle orecchie o peggio ancora della nuca diviene un potenziale untore. I pidocchi portano un clima di sospetto che a volte fatichi a capire se sei l’osservato o l’osservatore, il sospetto o il sospettato. E ogni occasione è buona per controllare le testoline dei propri figli e, nel caso qualcuno ci veda, mentire spudoratamente con “mi era sembrato di vedere una briciola sulla testa” onde evitare inutili e fastidiosi allarmismi.
“Se non ti metti le mani in testa, ti compro un gelato”, giuro che quando me la sono vista brutta ho promesso anche questo pur di non essere coinvolta in dialoghi infiniti sul prodotto e le strategie più efficaci in questa lotta. Perchè, possiamo starne certe, basta un pidocchio, vero o presunto, sulla testa del figlio dell’amica della cugina del panettiere per risvegliare la stratega anti bestioline che alberga in ognuna di noi. I pidocchi sono democratici e potrà capitare a tutti di doverci fare i conti, vista tanta popolarità stupisce come i complottari ignorino questi animaletti: ancora non mi è capitato di trovare qualcuno che imputi la loro massiccia presenza e permanenza sulle testoline dei nostri bambini alle scie chimiche o alle case farmaceutiche.
Quella ai pidocchi è una vera e propria guerra. E noi la combattiamo armate di spray, pettinino e cartoni animati perché provate voi a controllare folte chiome senza santa televisione a tenere ferma la prole. C’è chi combatte una guerra solitaria e chi propone l’istituzione sistematica di periodici anti-pidocchio day. I pidocchi sono brutti, cattivi e alquanto fastidiosi. Ad essere fatalisti si potrebbe pensare che conquisteranno il mondo: ne puoi togliere decine col pettinino e stordirne altrettanti con la schiuma, l’olio o lo shampoo che basterà un sopravvissuto a ripopolare qualsiasi dolce testolina. I pidocchi ti portano a tale esasperazione che puoi arrivare a ungere e spidocchiare una testa solo per aver visto un ditino avvicinarsi alla chioma. I pidocchi uniscono e dividono. In nome della bonifica collettiva ho visto impegnare tante energie che in confronto gli appelli al voto utile di fine campagna elettorale sono robe da principianti.
E allora care compagne di spidocchiamento uniamoci e continuiamo a spidocchiare. Qualcuno prima o poi ci dedicherà un’opera che la posterità troverà sui libri di scuola accanto alla Batracomiomachia. La peste, invece, resterà sempre una roba maledettamente più seria. Perdonatemi dunque se continuerò a considerare i pidocchi una colossale “rottura di scatole” o poco più e al pettinino e al trattamento unirò solo un po’ di ironia.
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