Passeggiata in vigna per bambini di città
Può capitare che il maltempo ti regali una notte da lupi, che credevi possibile solo in un vecchio maniero. Tuoni e lampi che illuminano a giorno la stanza, attraverso gli scuri lasciati colpevolmente aperti, non si limitano a regalare un’atmosfera gotica ma ti costringono anche a cambiare il programma del giorno dopo. E, invece di una giornata di mare, ti regalano una passeggiata in vigna col fango alle caviglie. E i tuoi figli lo ricorderanno come uno degli eventi dell’estate.
Forse, però, è meglio cominciare dal principio.
Durante il nostro soggiorno in Calabria, siamo stati ospiti per qualche giorno in casa di amici, sospesi tra il verde dei loro vigneti e il mare. Mare a cui, alla fine, abbiamo rinunciato a causa del tempo ballerino e degli acquazzoni che incombevano minacciosi su tutta la costa. Così, dopo un temporale da antologia, i bambini, incuranti, dei tentennamenti di noi adulti, hanno chiesto e ottenuto di poter visitare la vigna.
Passeggiando tra il verde dei filari, ognuno ha scoperto qualcosa. Guidati dai loro amici, i tre hanno assaggiato per la prima volta l’uva, staccando gli acini dai filari. Hanno messo in bocca acini ancora acerbi e altri quasi maturi per poi “saccheggiare” un cespuglio di more. Hanno scivolato sul fango e si sono inzaccherati come non succedeva da tempo. Si sono fermati a osservare una farfalla posata sui filari e una mantide religiosa attaccata a un filo d’erba. Infine hanno ascoltato un po’ stupiti la leggenda della zingara che la notte colora i grappoli d’uva con il tocco delle sue mani.
Per oltre un’ora, tra i filari hanno risuonato voci e risate. Hanno tempestato il padrone di casa di millemila domande sull’uva e sul vino. Sono stati tutti concordi nel ritenere che sarebbe stato bellissimo poter partecipare alla vendemmia. E hanno fatto finta di non accorgersi della pioggia che ricominciava a cadere e che ha posto fine alla “visita”. Il tutto grazie ad un temporale e soprattutto alla generosa ospitalità dei nostri amici che a queste vigne si dedicano con antica passione.
Mi è piaciuto molto il tuo racconto. Io sono cresciuta proprio così, tra i vigneti svizzeri. Ed i miei bambini di città purtroppo non hanno questa fortuna.
Innanzitutto, grazie! Anche noi viviamo in città e forse è proprio per questo che i bambini sono felici di queste piccole fughe in campagna.