Sofia Riccaboni: Mamma ha le rotelle racconta il suo Erasmus
È stata una sfida con mio figlio di 22 anni. Lui aveva fatto domanda per andare a studiare negli Stati Uniti. Io ero iscritta al primo anno di magistrale. Mi ha detto “ma come? Tu non parti?’ E mi è venuta la (mal)sana idea di provare a fare domanda. “Tanto’ -mi sono detta -‘con tutti i giovani che vanno in Erasmus e vogliono partire daranno la precedenza a loro. Non me lo daranno mai” Invece sono qui.
Sono stata a Cracovia 3 anni fa per Natale e mi sono innamorata della sua atmosfera. Adoro le città del nord e dell’est Europa. Hanno tantissima storia e hanno saputo conservarla bene. E non l’avevo vista con la neve… dovevo rimediare!
In realtà è un po’ una guida sulla Polonia. Nel senso che ci sarà una grande parte dedicata a Cracovia, dove vivo per 4 giorni a settimana. Nel resto dei gironi mi muovo per la Polonia. Così se una persona vorrà venire potrà anche fermarsi di più, non 4 giorni a Cracovia e basta.
In realtà non la sto spingendo molto. Non mi piace chiedere soldi. Ma vedo che ormai se non fai una raccolta fondi non ti si fila nessuno! Si può partecipare via Facebook dalla mia pagina sofiamammahalerotelle oppure tramite Paypal.
In italia lo è sempre di più. Soprattutto perché tutti se ne riempiono la bocca e nessuno poi la pratica. Qui in Polonia non serve parlarne. È scontata. Quando chiedo da che parte entrare (capita raramente perché qui la segnaletica è eccezionale) mi guardano come se avessi chiesto una cosa stranissima. In genere la risposta è sotto ai miei occhi.
Andrea fa homeschooling. La seguo io. Le do i compiti quando vado in università. Studiamo insieme.
Cosa speri che le resti di quest’esperienza?
Cosa spero che le resti? Tutto quello che vorrà portarsi via. Lo spirito di adattamento. La pazienza quando deve aspettare. Imparare a cominciare anche senza conoscere una lingua.
Due motivi. Il primo è che mi serviva un modo comodo e non faticoso per raggiungere la Polonia e spostarmi senza fatica. Il secondo è che trovare un appartamento accessibile non era semplice. E così abbiamo unito le due cose: una casa attrezzata con pedana e tutto quello che mi serve con le ruote per andare dove voglio.
Il nome è la prima frase che ha detto mia figlia quando aveva 3 anni e mi ha vista per la prima volta in sedia a rotelle. Per lei ero semplicemente come la sua bicicletta. Aveva ragione : ho solo delle ruote. Sono forse un po’ “incosciente” ma almeno non vivo nell’ansia. Il blog nasce per raccontare quanto si può fare pur stando in sedia a rotelle. Perché quello che manca è informazione. E io cerco nel mio piccolo di farla.
Quasi 5 anni fa. Ero appena stata licenziata. Per via della sedia a rotelle. A casa ferma non mi andava di stare. Questo dipartimento era vicino casa e mi avrebbe permesso un domani di seguire meglio mia figlia. Perché l’homeschooling era un mio sogno da tempo.
Oddio. Se avessi il forno non avrei problemi. Avrei tutto. Della Polonia porterei in Italia il senso civico. Il rispetto delle regole.