Alla scoperta di Jella Lepman
La Bologna Children’s Book Fair è sempre un’ottima occasione per constare di “sapere di non sapere”. Io, ad esempio, ieri ho dovuto prendere atto di non sapere chi fosse Jella Lepman. Ignorare qualcosa, però, non può essere considerato un male se unito alla curiosità e al desiderio di scoprire.
E la vita di Jella Lepman non può che destare curiosità e profonda riconoscenza. Jella, infatti, dopo essere fuggita in quanto ebrea, tornò in Germania dopo la fine della seconda guerra mondiale e inseguì un’idea folle e fantastica: ricostruire la cultura del suo paese partendo dai ragazzi e dalla lettura.
Jella Lepman
Ebrea tedesca, nel 1936, Jella Lepman fugge dal suo paese e raggiunge Londra, dove diventa giornalista della BBC. Nel 1945 torna in Germania con l’esercito americano. Ha accettato un compito impegnativo: costruire una cultura di pace in un paese in cui i più giovani sono nati e cresciuti con l’ideologia nazista, un’ideologia di cui sono vittime. Un mondo sottosopra che lei intende “rimettere nel verso giusto” partendo dai bambini, convinta che saranno loro a mostrare agli adulti la via da percorrere. Un progetto così ambizioso ha naturalmente bisogno di strumenti e Jella sceglie i libri, convinta che le storie avrebbero potuto “ristorare” le menti dei bambini.
E fu con questo proposito che Jella scrisse a 20 paesi chiedendo che le inviassero degli albi illustrati, i migliori e più rappresentativi di ogni cultura. Quei libri, scritti in lingue diverse, sarebbero stati accessibili a tutti, grazie alle illustrazioni. Le cose vanno oltre le sue aspettative e si trova “travolta” da 4000 libri. Nel 1946 li utilizza per allestire la prima mostra internazionale di libri per bambini, un evento epocale in un paese in cui il nazismo aveva distrutto milioni di volumi. Da quest’esperienza nascerà la più grande biblioteca al mondo dedicata ai libri per l’infanzia.
Jugendbibliothek
Il 14 settembre del 1949 Jella Lepman fondò la Jugendbibliothek , la Biblioteca Internazionale della Gioventù di Monaco di Baviera. Jella sognava e progettava un mondo libero ed era fermamente convinta che i libri per bambini e ragazzi fossero un degli strumenti per costruirlo. Fu così che iniziò a raccogliere testi per bambini e adolescenti per poi creare la biblioteca che oggi custodisce 650.000 libri in 230 lingue.
Ibby
La biblioteca creata a Monaco giustificherebbe da sola l’ingresso di Jella Lipman nei libri di scuola e quello nell’olimpo della pedagogia, ma Jella non si è limitata a questo. Nel 1952 ha dato vita a IBBY (International Board on Books for Young People). organizzazione internazionale presente oggi in 79 paesi. Fin dalle origini l’obiettivo di questa istituzione è quello di promuovere la lettura e la letteratura per ragazzi. Ad animare le attività di Ibby è la convinzione che tutti i bambini, a qualunque latitudine e in qualunque situazione, abbiano diritto a libri di qualità.
Negli ultimi anni, Ibby ha dedicato molti dei suoi progetti alle aree di crisi. Ibby Italia ad esempio ha dato vita alla biblioteca di Lampedusa e alla Biblioteca della Legalità.
Il Premio Andersen
Gli amanti dei libri e della letteratura per l’infanzia devono a Jella Lipman anche un altro ringraziamento: fu lei, infatti, nel 1956 a creare il premio Hans Christian Andersen, considerato ancora oggi il più prestigioso riconoscimento internazionale per la letteratura per l’infanzia.
Un ponte di libri
Un primo passo per saperne di più su questa grande donna sarà sicuramente la lettura di Un ponte di libri. Si tratta dell’ autobiografia di Jella Lipman, edita in Italia da Sinnos. Dopo averla pubblicata nel 2009, tradotta dall’inglese, la casa editrice diretta da Della Passarelli, ne ha recentemente proposto una nuova versione, tradotta dal tedesco e curata da Anna Vecchi. Il volume contiene numerose fotografie e chi lo ha già letto ne ha pprezzato anche il vivace stile giornalistico con cui Jella narra le sue imprese.
Il titolo, Un ponte di Libri, si riferisce al sogno-impresa di questa grande donna, nata nel 1891: edificare ponti di libri per unire i bambini. Una visione in cui i libri possono cambiare il mondo e abbattere le barriere politiche e culturali. Un’impresa la cui grandezza può essere compresa meglio ricordando le atrocità e l’orrore di cui il nazismo si rese responsabile e che Jella desiderava ardentemente superare.
La necessità di costruire ponti con i libri, anzichè muri o barriere di filo spinato mostra ancora oggi la sua attualità. L’autobiografia di Jella Lipman narra il farsi di un grande progetto culturale ma al contempo politico e sociale.
Una rivoluzione di carta
Un personaggio come Jella Lepman può e deve essere conosciuto anche dai bambini e dalle bambine. Una rivoluzione di Carta, scritto da Gigliola Alvisi per Piemme, punta proprio a far consocere ai più piccoli la figura di questa donna straordinaria che pose l’infanzia al centro della sua azione politica e sociale. Protagonista di questo romanzo, indicato per la fascia 6-10, è Fridolin, un ragazzino che vivrà in prima persona l’impresa di Jella, quella di costruire una Germania diversa da quella da cui era stata costretta a fuggire partendo dai bambini. Una scommessa non da poco visto che quei bambini, incaranati da Fridolin, erano quelli che non avevano conosciuto altro se non gli orrori della guerra e avrebbero dovuto fare i conti con una colpa collettiva di cui non avevano colpa: l’Olocausto.
Grazie Francesca, non la conoscevo nemmeno io!
Ma che bel post! Questi sono gli articoli che mi piacciono! Anch’io non conoscevo Jella, ma la sua storia e il suo impegno sono entusiasmanti. Condivido anche sulla mia pagina.
Grazie!