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Iglesias, la Settimana Santa

Iglesias, la Settimana Santa
Babbalottis. Settimana Santa. Iglesias
Babbalottis. Foto Matteo Mula

L’altro giorno il selvaggio suonava il suo tamburo di legno. Quel suono scomposto mi ha riportato alla mente il suono cupo dei tamburi durante le processioni della Settimana Santa. A Iglesias queste processioni sono una tradizione e un rituale colletivo che resiste al tempo. Durante tutta la Settimana Santa per le vie del centro storico si mescolano fede, devozione popolare, tradizione. Ora che le guardo a distanza ho l’impressione che in esse confluisca una parte dell’identità di tutta la città, quasi riunissero molte delle sue anime per altri aspetti divise.

Settimana Santa. Iglesias
Germani. Foto Matteo Mula

Quando ero bambina non c’è stato anno che non abbia indossato il vestito bianco dei babbalotis e sfilato insieme a tanti coetanei e coetanee. In mano avevamo le matraccas, il cui suono può essere assordante e a tenerci a bada c’erano i “babbalottis grandi” , questi di sesso rigorasemente maschile. Negli anni successivi, invece, ho ammirato le processioni da quasi tutti gli angoli, compresi i balconi e le finestre di casa di una cara amica. Sono anni che non partecipo ma la forza dei ricordi è fortissima ed è forse anche per questo che prima o poi porterò la prole a conoscere questo evento antico ma vivo, perchè conservato e orgogliasamente amato dai miei concittadini.

Martedì: la processione dei Misteri

Gesù nell’orto degli Ulivi. Foto Matteo Mula

Ad organizzare le processioni della Settimana Santa è l’Arciconfraternità del Santo Monte, nata probabilmente a metà del’500. Il primo appuntamento è quello con la Processione dei Misteri che percorre le strade di quella che fu Villa di Chiesa la sera del martedì santo. Sotto gli occhi dei fedeli scorrono sette statue lignee: sei di esse rimandano ad altrettanti momenti della Passione di Gesù, l’ultima raffigura Maria Addolorata. Questa processione, la più antica insieme a quella del venerdì, è accompagnata solo da due piccoli babbalottis: i due bambini che vestiranno in seguito i panni di San Giovanni e della Maddalena.

Giovedì: la Vergine Addolorata cerca Gesù

La Vergine Addolorata. Foto Matteo Mula

Protagonista del giovedì santo è la Vergine Addolorata che, come vuole la tradizione popolare, vaga per la città in cerca del figlio. Nel suo errare Maria visita le chiese del centro storico. Gli altari che custodiscono il Santissimo sono adornati da Su Nenniri, un fogliame biancastro, germogliato da grano e lenticchie posti nei vasi all’inizio della Quaresima e lasciati crescere al buio.

Giovedì fanno la loro comparsa i babbalottis con il loro abito bianco e il volto coperto dal cappuccio. Il termine babbalottis richiama quello con cui in sardo si indica un piccolo insetto ma il costume rimanda a quello degli antichi disciplinati, la cui esistenza risale al 1200. Giovedì lungo le strade attraversate dal corteo, aperto dalla Croce della Confraternità, si alternano un rumore quasi assordante e il silenzio. Il rumore è quello prodotto dalle matraccas di legno: quelle piccole fate girare dai bambini e quelle grandi, affidate a coppie di ragazzi più grandi. Il silenzio, invece, caratterizza la parte terminale del corteo, quella in cui viene portata in processione l’Addolorata, preceduta e accompagnata dai Germani.

Germani. Foto Francesco Mula

Il termine Germano è l’italianizzazione del termine spagnolo “hermano” (fratello). Queste figure vestite di una gonna e di una camicia di tela bianca adornata da volanti e fiocchi neri ha sempre attirato la mia curiosità di bambina. Ho scoperto solo più tardi che si tratta dei membri dell’Arciconfraternita.

Venerdì le processioni sono due, una alla mattina e una alla sera. La prima, detta del Monte, percorre le vie de Sa Costera, l’antico quartiere a ridosso delle Mura Pisane, e ricorda la salità di Gesù al Calvario.

Venerdì: il funerale di Gesù

Settimana Santa. Iglesias
Venerdì santo. Foto Matteo Mula

La sera, invece, è la volta della processione del Descenso, per me la più suggestiva. Le strade vengono attraversate dal funerale di Gesù. La statua del Cristo deposto dalla croce giace su una grande lettiga ricoperta da un maestoso baldacchino e al suo passaggio cala un silenzio surreale, rotto quasi esclusivamente dalle preghiere mormorate dalle Pie Donne. Un silenzio che ancora una volta sostituisce il frastuono delle matraccas e il suono dei tamburi.

Settimana Santa Iglesias
Addolorata e Germani. Foto Matteo Mula

Le figure che compongono il corteo funebre rimandano tutte a una tradizione spagnola e barocca. Spiccano San Giovanni e la Maddalena, impersonati da due bambini maschi, vestiti con ricchi abiti adornati da gioielli; Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, i due uomini che portano le scale “utilizzate” per staccare Gesù dalla Croce. A chiudere la processione c’è l’Addolorata nelle cui mani è stata consegnata la corona di spine e la grande croce nera portata in spalla dai penitenti.

Settimana Santa. Iglesias
Settimana Santa Iglesias. Foto Matteo Mula
Penitenti portano la Croce. Foto Matteo Mula

S’Incontru e S’Inserru

Dopo la processione la statua del Cristo Morto viene portata nella Chiesa di San Michele dove i fedeli potranno pregare il giorno successivo. Domenica mattina per le strade della città si svolge la processione de S’Incontru. Un corteo, composto dalla Madonna e da San Giovanni e la Maddalena parte dalla chiesetta di san Giuseppe, l’altro col Cristo Risorto avanza dalla Cattedrale di Santa Chiara. Per tre volte, ad una distanza sempre più ravvicinata, si salutano con tre inchini delle due statue. Un saluto che si ripeterà, questa volta a distanze maggiori, il martedì durante la processione de S’Inserru.

Le belissime fotografie di questo post mi sono state gentilmente concesse da Matteo e Francesco Mula, che ringrazio di cuore. Naturalmente, le foto appartengono a Matteo e Francesco.

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