Gioco anch’io! Così La Casa di sabbia “crea” giocattoli per i bambini con grave disabilità
“Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica. “. L’articolo 31 della Convenzione dei diritti sull’infanzia riconosce il diritto al gioco come diritto del fanciullo, un diritto che mi torna in mente ogni volta che incrocio sui social il progetto Gioco anch’io della Casa di Sabbia, associazione nata per sostenere le famiglie con bambini disabili gravi.
Gioco anch’io è un’iniziativa nata nel 2018, qualche tempo prima di Natale quando tra i più piccoli aumenta l’attesa per ciò che Babbo Natale lascerà sotto l’albero. L’obiettivo è semplice e al tempo stesso enorme: adattare i giocattoli in modo che anche i bambini con disabilità molto gravi possano avere a disposizione giochi adatti alle loro esigenze.
“Il gioco rappresenta, per tutti i bambini, un canale privilegiato per esplorare il mondo esterno, instaurare relazioni interpersonali, sviluppare abilità motorie e cognitive, per sperimentare ruoli, per scoprire la propria creatività. Spesso, però, per i bambini disabili il gioco è inteso esclusivamente in ottica terapeutica e non ludica. I pochi giochi destinati ai piccoli con disabilità, oltretutto, hanno prezzi esorbitanti.” si legge sulla pagina dedicata al progetto.
L’idea alla base del progetto è quella di adattare i giochi disponibili sul mercato, dagli sparabolle alle piste per le automobiline, alle diverse esigenze dei bambini con disabilità. Questo può avvenire, ad esempio, attraverso l’introduzione di meccanismi radiocomandati azionabili attraverso pulsanti e sensori speciali. I giochi così adattati vengono poi messi gratuitamente a disposizione delle famiglie.
“Il gioco permette ai bambini con disabilità di sperimentare aree nuove, di divertirsi, di essere inclusi e di provare gioia.Le emozioni quando si provano i giocattoli adattati sono sempre molto forti non solo per il bambino, ma anche per l’intera famiglia” scrive Agnieszka Stokowiecka, fondatrice della Casa di Sabbia, esperienza legata alla nascita del suo secondo figlio, Hervè, affetto da una malattia rara.
Adattare i giocattoli non è semplice e richiede competenze, prove e ricerche. Il modo migliore per comprendere quali giochi possano essere adattati e come è fare un salto sulla pagina del progetto e vedere con i propri occhi i giochi adattati e l’allegria con cui i bambini li utilizzano al solo scopo di giocare. Credo, a questo punto che valga la pena ricordare che Froebel, padre dei giardini d’infanzia, parlava del gioco come il “più alto grado dello svolgimento infantile”.
L’iniziativa Gioco Anch’io può essere sostenuta attraverso una donazione. Ttute le informazioni sono disponibili sulla pagina ufficiale dell’associazione, dove si possono trovare anche le indicazioni per le famiglie che vorrebbero ricevere un gioco adattato.
Mentre leggete questo post, quasi sicuramente, dei novelli e moderni Drossermeir stanno lavorando con ingegno, amore e una miriade di competenze, per adattare i giocattoli e renderli fruibili a chi non può divertirsi con quelli “standard”. I giocattolai, infatti, non lavorano solo alla Vigilia di Natale anche perchè i bambini, tutti ma proprio tutti, dovrebbero poter giocare tutto l’anno.