Rocchetta Mattei (in fase 2)
Finalmente siamo riusciti a visitare Rocchetta Mattei, il castello in stile moresco sull’appenino bolognese. Situata nel territorio di Grizzana Morandi, questa dimora dall’aspetto fiabesco è stata aperta al pubblico 5 anni fa. La visita a cui abbiamo partecipato non è stata quella “tradizionale” ma quella studiata per la riapertura in questa nuova fase dell’emergenza Coronavirus.
La visita guidata avviene per gruppi di 6 persone, la prenotazione è obbligatoria così come l’uso della mascherina. Il percorso non si addentra in diverse sale del castello ma in compenso permette di scoprire il parco e parecchi dettagli dell’esterno della struttura.
La visita inizia sullo scalone principale dopo la misurazione della temperatura. Prosegue nel cortile centrale fino a raggiungere la Sala dei Novanta passando attraverso il Giardino Pensile e il Cortile dei Leoni.
Uno per volta, inoltre, si può accedere alla Cappella, ispirata alla cattedrale di Cordova dove, secondo le sue volontà, sono conservati i resti di Cesare Mattei, il conte bolognese che fece costruire questa insolita dimora sull’Appenino.
La Rocchetta
Ambiente dopo ambiente ci si rende conto di essere entrati in una specie di mondo parallelo. La Rocchetta fu fatta costruire dal conte Cesare Mattei sulle rovine della Rocca di Savignano, un edificio andato distruto alla fine del 1200.
I lavori iniziarono nel 1850 quando il conte, dopo la morte della madre, decise di lasciare Bologna e dedicarsi allo studio dell’elettromeopatia, una “nuova medicina” di sua invenzione.
La prima pietra dell’edificio, a cui lo stesso Mattei si riferiva con il vezzeggiativo di Rocchetta, venne posta il 5 novembre. Da allora l’impianto della residenza fu più volte modificato, prima dal conte e poi dai successivi proprietari, a partire dal figlio adottivo Mario Venturoli.
Il risultato è un affascinante e intrigante insieme di stanze che si inseguono come in un labirinto, torri, scale e terrazze.
Il Conte nel realizzare il suo castello, in cui si dice abbia vissuto un po’ come un principe medioevale, non ha badato a spese. E sicuramente ha perseguito con tenacia l’idea di fare le cose in grande come testimonia, ad esempio, il Cortile dei Leoni, una “riproduzione in piccolo” dell”Alhambra di Granada.
Cesare Mattei
La storia della Rocchetta è legata indissolubilmente alla figura del suo primo proprietario. Cesare Mattei apparteneva all’alta borghesia bolognese dell’800 e ricevette il titolo di Conte da Pio IX nel 1847 come ringraziamento per la donazione della fortezza di Magnavacca.
Un ritratto del conte campeggia su un grande mosaico nella sala dei Novanta. Questa sala avrebbe dovuto ospitare i festeggiamenti per i 90 anni di Mattei. Ai festeggiamenti avrebbero dovuto prendere parte altri 89 novantenni ma non si tennero perchè il conte morì tre anni prima del suo novantesimo genetliaco.
Nel 1904, al termine di una battaglia legale durata otto anni, la Rocchetta è passata a Mario Venturoli, che il Conte qualche anno prima di morire aveva accusato di avvelenamento. La dimora è appartenuta agli eredi del Conte fino al 1959, quando fu ceduta alla moglie di Primo Stefanelli, un commerciante che la sfruttò come attrazione turistica e aprì al suo interno un ristorante.
La Rocchetta venne abbandonata negli anni’80 e solo nel 2005 è stata acquisita dalla Cassa di Risparmio di Bologna di cui Mattei fu uno dei soci fondatori.
L’Elettromiopatia
Il nome di Cesare Mattei divenne famoso per l’Elettromiopatia, una pratica paramedica pensata dal conte come una sorta di superamento dell’omeopatia. I suoi medicamenti ebbero una fama mondiale e gli valsero una citazione ne I fratelli Karamàzov di Dostoevskji. La cosa non deve stupire visto che tra i pazienti e gli ospiti del conte figurano tanti personaggi di spicco dell’epoca tra cui lo zar Alessandro II e il principe Umberto di Piemonte.
La Rocchetta doveva essere l’emblema pietrificato di questa nuova scienza medica. Ed era al suo interno che il conte produceva i suoi rimedi prima di spedirli in giro per il mondo.
I dintorni di Rocchetta Mattei
Personalmente, pur con tutti i dovuti distinguo, Rocchetta Mattei mi ha fatto tornare in mente il castello di Neuschenstain in Baviera e il suo bizzarro proprietario, il principe Ludwig. Con i suoi stili, i richiami alla Spagna e al mondo arabo, il “culto” dell’elettricità, la Rocchetta offre anche un piccolo viaggio oltre la posizione scenografica su cui sorge.
Rocchetta Mattei è stata la prima tappa di una giornata alla scoperta dell’Appennino Bolognese, proseguita con una passeggiata nel suggestivo Borgo La Scola e terminata alle Grotte di Labante, dopo una velocissima visita a Montovolo. Probabilmente, prima o poi, ci torneremo perchè le immagini delle stanze non visitate ci hanno incuriosito parecchio.
Lasciato il castello è praticamente obbligatorio raggiungere il prato retrostante per scattare qualche foto e catturare una vista d’insieme della Rocchetta, elemento insolito nel verde paesaggio appenninico.
L’ingresso a Rocchetta Mattei costa 10 euro per gli adulti e 5 per i bambini da 6 a 12 anni. Tutte le informazioni relative ai giorni e agli orari di visita sono reperibili sul sito ufficiale.
Anch’io ho visitato la Rocchetta non con una visita consueta ma nel corso di un evento di Harry Potter. Magnifica, soprattutto l’ho apprezzata illuminata a notte, sembrava di essere in una fiaba.
Noi siamo fan accaniti di Harry Potter… e le mie figlie vorrebbero tanto partecipare all’evento a tema alla Rocchetta. Speriamo si ripeta.
È da tanto che vorrei visitare Rocchetta Mattei perchè mi incuriosisce molto. Forse aspetterò un po’ per poter visitare anche l’interno. Grazie del tuo racconto!
Era uno dei tanti posti della mia wish list visto che abito in Toscana. Sono molto attratta da questa strana costruzione un po”fuori luogo. Credo sia bellissima..E abbinero’ la visita alle grotte del Labate come hai fatto tu. Grazie delle info
Grazie a te!
Mia nonna era di Grizzana! ( allora non era Morandi) e la Casetta Mattei la sento nominare praticamente da quando sono nata…grazie per queste notizie davvero attuali e spero di poter andarci a vederla anche perché ci lavorò mio nonno agli stucchi nel castello!
…curiosissima di conoscere i tuoi ricordi…