Un giorno a Venezia
Tornare a Venezia ha sempre qualcosa di magico. Per me passeggiare in questa città d’acqua è un po’ come entrare in una dimensione differente a quella consueta, quasi un mondo inedito e parallelo. E dunque, non mi sono lasciata sfuggire una visita in questo periodo in cui il turismo non è ancora tornato ai livelli di sempre.
Anche stavolta il nostro giro è iniziato dalla stazione centrale. E anche stavolta, scegliere cosa fare e cosa vedere è stata un’impresa ardua, perchè c’è sempre qualcosa che si vorrebbe visitare senza riuscirci, qualcosa che sfugge o di cui si ignora l’esistenza. Così, abbiamo scelto di abbinare una passeggiata in direzione Piazza San Marco, dove siamo saliti in cima al campanile, a un piccolo tour della laguna con tappe a Murano e Burano.
Dalla stazione Santa Lucia a Piazza San Marco.
Non ricordavo quanto fosse strano uscire dalla stazione Santa Lucia e ritrovarsi a ridosso del Canal Grande. Visto che la nostra prima tappa era Piazza San Marco, abbiamo deciso di seguire le indicazioni e le frecce sui muri. Non senza qualche divagazione.
E cosi, ci siamo ritrovati a camminare per vicoli, ora larghi ora strettissimi e a fermarci sui ponti per vedere passare le gondole. Queste imbarcazioni, lunghe ed eleganti, condotte dai gondolieri con le maglie a strisce sono uno dei simboli della città e continuano ad attrarre la nostra curiosità. Così, come l’acqua che scorre nei canali invitando l’occhio e i passi a seguire il suo corso.
Abbiamo camminato per calli e campielli di cui non ricorderemo il nome fino a raggiungere il Ponte di Rialto. Bianco e maestoso unisce le due rive del Canal Grande e impone di essere visto e immortalato in qualche foto. Da qui abbiamo proseguito per Piazza San Marco, vedendola per la prima volta quasi deserta.
Nel trovarsi di fronte la Basilica dedicata all’aevangelista è difficile immaginare che in origine, oltre mille anni fa, fosse un grande orto. Purtroppo la Basilica è chiusa per restauri e ci siamo dovuti limitare a una rapida sbirciatina dalla piccola area laterale riservata alla preghiera. Ci siamo però rifatti gli occhi con la splendida facciata di questa chiesa la cui costruzione iniziò nel 829 per accogliere le spoglie di San Marco, trasportate da Alessandria. La facciata è costituita da una moltitudine di elementi e non si può rimanere colpiti dai mosaici che ornano le lunette, anche se solo quello che raffigura l’ingresso di San Marco nella basilica è un originale duecentesco.
Il campanile di San Marco e Venezia dall’alto
La fila per il campanile di San Marco era davvero cortissima e così abbiamo deciso di salire per ammirare il panorama della città dall’alto. La vista è davvero stupefacente.
Alto 98,6 metri, il campanile sorge in un angolo della piazza proprio di fronte alla basilica e pare che i veneziani lo chiamino “el paron de casa”.
Si tratta di una torre a pianta quadrata il cui aspetto attuale risale al’500, quando fu aggiunta anche la cella campanaria. Questa si raggiunge con l’ascensore ( il biglietto costa 10 euro per gli adulti e 5 per i bambini) e offre una vista imperdibile sulla città e sulla laguna. Io ho apprezzato particolarmente quest’ultima, specie la vista sull‘isola di San Giacomo Maggiore e sulla Punta della Dogana. Personalmente ho trovato molto suggestivo anche l’affaccio sul Palazzo Ducale e sulle cupole di San Marco.
Nel 1609, come ricorda anche una targa, la loggia del campanile fu utilizzata da Galileo Galilei per dimostrare il funzionamento del suo cannochiale. La loggia, inoltre, ospita 5 campane ma solo una, la cosidetta Marangona, resistette al crollo del 14 luglio del 1902.
Il Ponte dei sospiri
Lasciato il campanile siamo andate a rivedere il Ponte dei Sospiri. Costruito nel 600, il ponte coperto univa il Palazzo Ducale alle prigioni nuove di Venezie, quelle da cui racconta di essere fuggito Giacomo Casanova. Il ponte sembra dovere il suo nome ai sospiri dei prigionieri che, nell’attraversarlo, spesso vedevano per l’ultima volta, dalle sue finestrelle, la laguna. I più romantici possono immaginare che insieme alla perduta libertà i prigionieri rimpiangessero tra i sospiri anche l’amore che non avrebbero più rivisto. Prima o poi riuscirò a visitarne l’interno o, almeno, a vederlo dal Ponte della Paglia o dal Ponte della Canonica.
Murano e le fabbriche del vetro
Era da tanto tempo che volevamo visitare Murano e così abbiamo approffitato di questo lungo pomeriggio di inizio estate per raggiungere l’isola in vaporetto. Murano, come tutti sanno e famosa per la lavorazione del vetro. Appena sbarcati, abbiamo cercato una bottega in cui assistere a una dimostrazione della soffiatura del vetro. Quasi tutti i laboratori avevavo concluso le dimostrazioni e ne abbiamo trovato uno aperto quando ormai ci stavamo rassegnando a rinunciare.
La dimostrazione ha avuto un costo di 5 euro (solo adulti) e si è rivelata un’esperienza molto interessante specie per i bambini che sono rimasti a bocca aperta nel veder forgiare un piccolo vaso e un cavallo imbizzarrito. Per non parlare delle faccia stupita del selvaggio quando il mastro vetraio ha fatto scoppiare un palloncino di vetro. Alla dimostrazione segue un passaggio obbligato nel negozio adiacente al laboratorio, esperienza che può essere un po’ stressante se si hanno dei figli curiosi e vivaci come il mio.
Lasciata la fabbrica del vetro, abbiamo passeggiato fino al faro dove ci siamo imbarcati sul vaporetto numero 12, destinazione Burano.
Burano: colori, merletti e biscotti
Burano è famosa per i merletti e per le facciate delle case dipinte con colori vivaci che spaziano dall’azzurro al verde acido fino al fucsia. Una passeggiata tra le strade di quest’isola della Laguna è veramente un’esperienza piacevole. Abbiamo ammirato le casette riflesse nei canali e addentrandoci tra i vicoli abbiamo raggiunto la piazza del paese, sovrastata da un campanile storto.
Lungo il percorso abbiamo incontrato una signora intenta a ricamare fuori casa che ci ha svelato qualche segreto dell’arte del merletto, a cui è dedicato anche un museo.
Si dice che a Burano si mangi dell’ottimo pesce ma alle 5 del pomeriggio abbiamo preferito fare merenda con gli esse di Burano. Questi biscotti a forma di esse sono una variante dei più famosi bussola, i dolcetti tipici dell’isola, detti anche Buranelli.
Venezia…la prossima volta
Ci sarebbe piaciuto fare anche una passeggiata a Torcello, isola a nord della laguna a 5 minuti di navigazione da Murano, ma il tempo è stato tiranno. Dunque, non è rimasto altro da fare che tornare in stazione col vaporetto percorrendo un tratto di Canal Grande. Un’ottima occasione per ammirare i palazzi che si riflettono nell’acqua e fotografare ancora qualche gondola.
Ovviamente abbiamo lasciato la città con il desiderio di tornarci. La prossima volta ci piacerebbe visitare l’interno della Basilica di San Marco e, sperando in una riapertura, il museo navale. Forse ci riusciremo o forse ci lasceremo guidare dalla curiosità e vagheremo senza una meta precisa tra calli e campi. Non escludo, inoltre, una visita nel periodo della biennale.
Se siete in cerca di gioielli nascosti o di piccole storie veneziane vi consiglio di seguire Venice fine Art di Federica Repetto, giornalista che racconta angoli della sua città, come fossero fughe dalla realtà.
Venezia, qualche informazione di servizio
Stavolta abbiamo raggiunto Venezia in treno, soluzione comoda e neppure troppo costosa se, come noi, si sceglie un regionale veloce. Unico neo, l’ultimo treno per Bologna attualmente parte alle 19.40, quindi è impossibile prolungare una gita in giornata fino al calare di una sera estiva, cosa che avremmo fatto volentieri.
Abbiamo raggiunto Murano e Burano con il vaporetto. Per comodità abbiamo comprato un biglietto giornaliero con validità 24 ore dalla prima convalida (20 euro adulti, 35 euro un adulto e due bambini). Esiste anche la possibilità di effettuare tour guidati in barca.
Sapere che siete riusciti a venire in visita a Venezia riempie di gioia. La città è ancora vivibile e visitarla, anche con i più piccoli, vi permette di viverla e conoscerla meglio. Grazie a te e alla tua famiglia per aver scelto Venezia. Grazie da Venezia. Ciao Federica http://www.venicefineart.it
Ho avuto la fortuna di andare a Venezia il 3 giugno, quando c’era ancora poca gente. L’ho vista con occhi diversi, io che non la sopporto, di solito, per la mole di turisti!
Venezia è sempre magica, anche per noi adulti che l’abbiamo vista molte volte. Figuriamoci per i bambini che la vedono per la prima volta! E poi con pochi turisti, certo, un’occasione unica.
Mi hai fatto venire voglia di andare di nuovo a Venezia!! Ci sono già stata 2 volte ma a causa dei troppi turisti non mi era tanto piaciuta. Ma adesso, vederla quasi deserta, sarebbe bellissimo!