<

Stella e le dad incrociate

Stella e le dad incrociate

Stella è giunta alla terza settimana di dad, dad incrociate.

L’altro giorno stava facendo lezione appollaiata sul letto. Ma il magnifico sfondo “fuochi d’artificio aspettando ferragosto” non è bastato a sviare i suoi piccoli allievi. La dad non ha minato minimamente il loro spirito d’osservazione. “Maestra? Hai messo lo sfondo?” ha chiesto D. “Si, il fa lezione dal letto perché tutti i tavoli sono occupati dai figli” ha risposto E. a cui non sfugge mai niente.

Eh sì! Stella tre volte a settimana fa lezione appollaiata sul letto a causa delle dad incrociate.

Il tavolo della cucina è occupato dal suo settenne. Se tiene la porta socchiusa riesce a controllarlo senza che la voce della maestra e dei compagni interferisca con la sua lezione. Il tavolo del soggiorno è occupato dalla figlia di mezzo. La figlia più grande, invece, ha monopolizzato la camera. Come da copione, la ragazzina l’ha trasformata in un bunker. Ci vive asserragliata dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. No, non sta sempre connessa e neppure piegata sui libri, ma al pari di molti suoi coetanei usa questo spazio, inaccessibile agli adulti, per compiere serissimi esperimenti sul raggiungimento della massima entropia.

Dad incrociate: episodio 1

L’altro giorno, Stella stava introducendo la lettera H ai suoi piccoli alunni. I seienni stavano finendo di copiare una filastrocca dalla lavagna digitale: (“maestra H lo devo scrivere in rosso?”, “maestra io l’ho scritto in grigio”, “Io non ho il rosso perché l’ha preso mio fratello!” “Io l’ho scritto in rosso!”) e tutto sembrava filare liscio.

All’improvviso dalla cucina hanno iniziato a provenire strani rumori. Passi, la porta finestra, altri passi…silenzio! ” Ci sei?” chiedeva la maestra a suo figlio. Nessuna risposta. Poi il pargolo si è presentato in camera con una faccia sconsolata tendente alla disperazione. “Mamma!” ha chiamato in preda all’ansia. “Shh…” ha risposto lei.

E lui tutto d’un fiato : “devoscriverequellochesentosemiaffacciomanonsentonienteeee”.

“In questo palazzo si sentono studentesse che ripetono diritto romano, neonati che piangono, anziani che litigano, uccellini che cinguettano, cani che abbaiano, martelli, tifosi del Bologna indiavolati, musica lirica, lavatrici in decollo, e la maestra doveva chiedere di ascoltare i rumori nell’unico momento di silenzio diurno in 15 anni?!” ha pensato Stella tra sé e sé, mentre con nonchalance cercava di convincere il piccoletto a tornare in cucina.

“Scrivi che senti il silenzio” ha sussurrato. Ma il quasi ossimoro non ha convinto il pargolo. E neppure le rassicurazioni della maestra dall’altra parte del video.

“Maestra ho finito!” ha dichiarato un coro di voci dall’altra parte. “Io, no…”ha piagnucolato qualcuno. Probabilmente si sentiva come suo figlio.

Dad incrociate: episodio 2

DDI in zona rossa
Dad in zona rossa

Stella non è superstiziosa ma da quando è iniziata la Dad fa qualche strappo alla regole. Alle otto di ogni mattina invoca gli dei e le dee pagane delle connessioni affinché nessuno dei quattro computer venga abbandonato dal wi-fi. Spesso viene ascoltata, qualche volta dee e dei della connessione, fanno i dispetti, come in Pollon.

“Mamma il pc si è sconnesso e la prof dice che se esco un’altra volta mi mette l’assenza” urla la figlia uno dal bunker. “Mamma sono uscito per sbaglio dalla riunione e non riesco a entrare” fa eco il figlio numero tre dalla cucina, mentre pigia a caso tutti i tasti del portatile, scombinando persino le impostazioni del browser. “Zitti che non sento” borbotta la figlia numero due, l’unica munita di cavo.

“Maestra sono uscita per sbaglio”. “Maestra ti vedo ma non ti sento” “Maestra ti sento ma non ti vedo” incalzano gli alunni dal video.

“Bambini non vi preoccupate, ci sono tanti bimbi connessi e la connessione ogni tanto salta”, ha provato a spiegare Stella, sentendosi convincente. Sorrideva rassicurante al video, intanto con una mano, allungabile come quella di Carletto ( il principe dei mostri) cercava di far ripartire la connessione di suo figlio.

Contemporaneamente cercava anche di leggere un messaggio arrivato su whatsapp. Era di suo marito. L’avvertiva che la mamma di X lo aveva avvisato che la prof non vedeva più sua figlia tra i presenti ma era già stata avvertita che la connessione non andava” Da brava nativa digitale sua figlia non aveva neppure tentato di far ripartire la connessione ma aveva usato whatsapp per lanciare un sos ai compagni.

Dad incrociate. Episodio 3

Venerdì. La settimana stava finendo. Le dad incrociate nell’ultima settimana non avevano creato intoppi.

Stella leggeva una storia ai bambini.

Dalla stanza accanto arrivava la voce della maestra di matematica di suo figlio. Stava dettando un problema, con le addizioni. Il pericolo era in agguato ma Stella, ancora, non lo sapeva.

Il silenzio di suo figlio non era indice di attenzione ma il preludio di un dramma. Si era perso nella ricerca della matita rossa mentre la maestra dettava. Ha provato a dirglielo. Lei non lo ha sentito. Ha provato una seconda volta. Ma senza successo.

Quando gli è stata data la parola, ormai era convinto di essere irrimediabilmente indietro ed era pure un po’ offeso. Tratteneva a stento le lacrime. A nulla servivano i “tranquillo, prova a stare attento, poi lo recuperi nel pomeriggio”.

A scuola si sarebbe risolto tutto in modo più rapido e indolore. Qualcuno dopo essersi disinfettato le mani, avrebbe allungato un quaderno da cui copiare. La maestra avrebbe ripetuto 100 volte e non solo 80 il testo del problema. Vedere una mano alzata o sentire una richiesta d’aiuto sarebbe stato molto più semplice in aula che non dietro ad uno schermo che finisce sempre per nascondere qualcuna di quelle minuscole facce.

“Maestra, perché il tuo bimbo piange?” ha chiesto un’alunna, interrompendo la lettura.

E Stella, con una stretta al cuore, ha risposto. Ha detto la verità. Ha spiegato che era triste e un po’ arrabbiato perché faticava a seguire la lezione.

Intanto la maestra era riuscita a farlo tornare “in classe”. Stella con il cuore in gola, ha ripreso il racconto. Parlava di un gufo con la paura del buio. “Chissà quali paure si celano dietro a quei visetti vispi che guardano lo schermo. Chissà se tra le paure dei bambini c’è anche quella di dover passare ancora tanto tempo lontani da scuola” si chiedeva Stella mentre leggeva facendo le voci dei personaggi.

La lezione è terminata senza altri malumori ma il lunedì sarebbe stato un altro giorno di dad incrociate.

9 pensieri su “Stella e le dad incrociate

  1. Quante difficoltà per i nostri bambini, difficile crescere al tempo del covid. L’unica cosa che possiamo fare è stargli vicini, perché presto tutto passerà

    1. …difficile dire se passerà presto, soprattutto perché il senso di “presto”è soggettivo. Però hai ragione: è davvero difficile per i bambini, personalmente trovo che questa seconda chiusura sia per i miei figli più difficile da digerire della prima.

  2. Oddio che incubo!!! Giuro che non mi lamenterò mai più della mia diciassettenne che certe volte finge di non avere connessione per balzare momenti duri …

  3. Un racconto toccante con un po’ di ironia che sdrammatizza le difficoltà di questo periodo incredibile. Mi ha colpita soprattutto la difficoltà del bimbo che si era perso la dettatura: a volte dimentichiamo come ci siano cose in grado di cambiare l’umore ai nostri piccoli e che a noi invece sembrano di poca importanza. Un stimolo ad allenare la sensibilità, sempre!

Rispondi