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Cara ado, vorrei…

Cara ado, vorrei…

Cara ado,

ci sono giorni e lunghissimi pomeriggi in cui vorrei capire cosa ti passa per la testolina. Ma quattro volte su cinque, o forse sei su sette, non ci riesco. E anche se nessun gufo te la consegnerà mai, metto nero su bianco, in questa web lettera, diverse cose che, ultimamente ruotano vertiginosamente dentro la mia testa quando penso a te.

Sono a corto di parole e fantasia, quindi, sii paziente e perdona i richiami ad Harry Potter. Lo so che fa boomer ( o qualsiasi altra parola voi usiate per noi che tecnicamente non siamo figli del boom economico ma neppure millennials) ma è l’ultimo personaggio che richiama la tua infanzia e forse anche uno dei pochi trait d’union “leggeri” tra noi”.

Ma veniamo al dunque. Ultimamente, te l’ho detto cara ado, vorrei leggere nei tuoi pensieri. Si, insomma, vorrei proprio poter lanciare un incantesimo legilimens e capire cosa ti turba, cosa ti rende felice, cosa speri e cosa pensi di noi. La legilimanzia non sembra essere il mio forte e tu appari sempre più abile a schivare i miei maldestri tentativi di comprensione, quasi avessi preso lezioni di occlumanzia dal professor Piton in persona.

Altre volte, mia cara ado, vorrei avere un pensatoio come quello di Silente per leggere i tuoi ricordi più recenti e scoprire qualche dettaglio in più dei tuoi racconti sempre ridotti all’essenziale. Ma mi devo accontentare del lavandino del bagno e di quello della cucina, gli avanzi di trucco nei pressi del primo e i piatti sporchi dentro il secondo raccontano, ma non abbastanza. Per interpretarli servirebbe un neo Guglielmo da Baskerville che con Silente probabilmente ha poco a che fare.

In assenza di bacili e bacchette magiche mi accontento di continuare a fare domande e provo a interpretare monosillabi e mezze parole ma finisco quasi sempre per sentirmi come Hermione alle lezioni della professoressa Cooman: spaesata e pure un po’ snobbata.

Cara ado,

quando ti chiudi in camera non capisco come usi il tuo tempo. Non capisco perchè a volte ti prepari come se dovessi andare al ballo del ceppo e altre caschi nell’armadio, armadio che sembra sempre più una stanza delle necessità ma abbandonata a se stessa. O forse l’hai affidato, insieme al resto della stanza, a Fred e George e loro se ne occupano secondo un’idea di ordine incomprensibile ai più, me compresa che di ordine ho un concetto tutto mio.

Ecco, cara ado, come vedi la sto prendendo alla lontana, ma ci sono delle cose che vorrei dirti. E non trovo le parole. Sarà che tu abiti un mondo diverso da quello di noi grandi. E per giunta si tratta di un mondo che ancora paga le conseguenze di una pandemia, una protratta battaglia di Howgarts contro un nemico più forte e infimo di Voldemort. Fortunatamente non ha portato nessuno di noi a San Mungo ma ci ha comunque costretto a cambiare abitudini e abitare per un po’ in un mondo con regole nuove e insolite. E nostro malgrado questa cosa contro cui anche Madama Chips ha potuto far poco, è entrata a gamba tesa tra te e la lunga e avventurosa conquista dell’indipendenza.

E a volte ho la sensazione che tutto questo ti impedisca di sognare, progettare, proiettarti oltre questo strano e instabile qui e ora. Deve essere difficile imparare a volare quando il terreno su cui devi poggiare i piedi per spiccare il volo è instabile anche per noi che il nostro primo volo lo abbiamo fatto tanti anni or sono.

Cara ado,

a volte non ti ri-conosco e devo ficcarmelo bene in testa che non posso essere il cappello magico che sa sempre quello che è giusto e quello che è sbagliato. Del cappello magico, però, vorrei avere la capacità di ascoltare. Vorrei essere Lupin e insegnarti a invocare il tuo Patronus. E questo è un modo per dirti che lo so che sei piena di risorse e che saprai tirarle fuori. Ma a volte non le vedi e io sbaglio, e di brutto, il modo in cui ti dico che le hai. E sì, cado nella trappola dei dover essere e rischio di bloccarti come il tranello del diavolo. E tu mi eviti con la stessa abilità con cui a Howgarts eviteresti Gazza nel corridoio del terzo piano.

Io ci provo a liberarmi dal devi-devi, ma qualcuno finisco sempre per lanciartelo addosso.

Cara ado,

a volte non capisco se sei Hermione, Luna, Jinny, Bellatrix o Ninfadora, forse perchè sei un po’ tutte e cinque e le combinazioni possibili superano le mie scarse doti matematiche. A tutte le te, però, in caso di necessità, vorrei mostrare strategie e non soluzioni perché avete il diritto di avere accanto grandi che non si sostituiscano a voi. Avete il diritto di sperimentare fatica e paura.

Cara ado,

lo so che questa non lettera ha preso le forme di una dichiarazione d’intenti e che nella realtà spesso mi perdo e posso essere più babbana di zia Petunia. Nella mia babbanaggine, comunque, spero di non scordarmi mai dell’adolescente che son stata e forse questa è una magia che tornerà utile a entrambe, mia piccola sconosciuta e amata ado.

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