Bologna, che sorpresa il campanile di San Pietro!
La vista può correre fino a San Luca oppure fermarsi sulla facciata di San Petronio. Tante volte ho visto Bologna dalla Torre degli Asinelli ma ciò non ha tolto nulla al colpo d’occhio che riserva il campanile della cattedrale di San Pietro. Il manifesto che invita a visitare il campanile aveva attirato più volte la mia curiosità ma solo ieri, grazie a una splendida giornata di sole e alle gnome che non ne volevano sapere di fare una banale passeggiata, è stato il giorno giusto per “arrampicarsi fin sotto le campane”.
Il panorama mozzafiato va guadagnato salendo per uno strettissima e impervia scala a chiocciola che costringe ad appiccicarsi contro il muro ogni volta che si incontra qualcuno che affronta il percorso in senso inverso.
La torre con i suoi 70 metri è attualmente una delle più alte in città e la fatica della salita viene lautamente ricompensata: l’incantevole vista su quattro lati della città, però, è solo una parte del tesoro che si può conquistare armati di scarpe comode. Dalle finestre più alte si può ammirare la cattedrale dall’alto, perdersi sui tetti della città, contare le torri ancora in piedi o stupirsi della vicinanza di San Petronio. Attività queste che per noi sono state agevolate dalla splendida luce che illuminava il pomeriggio.
La vera sorpresa però, almeno per noi, è stata un’altra. Giunti in cima un giovane archeologo dell’Associazione storica e archeologica ci ha raccontato la storia di questo campanile, delle sue torri una dentro l’altra, e delle quattro campane che vi sono ospitate. Una storia che, come spesso accade, racconta il passato della città e il modo in cui vi si viveva. Prima di questo piccolo viaggio nella storia però abbiamo potuto vivere un’esperienza che credo rimarrà a lungo nella memoria dei bambini: la possibilità di sentire il suono delle tre campane più piccole e di poter contribuire a farle rintoccare in orari rigorosamente stabiliti e rispettati.
La “stanza” posta alla sommità della torre, ospita quattro campane: la più grande, detta la “nonna”, pesa 33 quintali ed è stata la protagonista del racconto e di tanti aneddoti pronunciati dalla nostra guida e che non svelo per non togliervi il piacere di scoprire, casomai non li conosceste, gli usi sacri e profani della “grossa”,questo il nome ufficiale della nonna datata 1594, e delle sue vicine più piccole. Di sicuro, non si può che restare a bocca aperta davanti al racconto del “doppio alla bolognese“, l’antica tecnica con cui queste campane venivano suonate e che ancora oggi è possibile ascoltare cinque volte all’anno tra cui in occasione della festa di San Pietro e Paolo e della presenza della Madonna di San Luca in città. Il concerto richiede la maestria di 25 campanari e produce un’onda molto forte.
Il campanile si può visitare il sabato pomeriggio dalle 14.00 alle 16 ma conviene tenere d’occhio la pagina Facebook dell’associazione che le cura perché in più occasioni vengono organizzate visite “speciali” come quella di ieri. Non c’è un biglietto ma viene suggerita un’offerta di 5 euro ad adulto.