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Il dentino che dondola

Il dentino che dondola

Oggi c’è grande fermento in casa. Ok, lo ammetto: l’incipit ad effetto non risponde a verità! L’unico ad essere in fermento e trepidante attesa è il piccolo selvaggio. Gli dondola un dente, il primo, e questo lo rende immensamente felice, di quella felicità che appartiene solo ai bambini.

Una grande notizia

È già d un po’ di tempo, sei anni per essere precisi, che il topino dei dentini bazzica a casa nostra e lui non vede l’ora che si infili sotto il suo lettino per portare via il suo dentino in cambio di una moneta. Così, quando stamattina, dopo innumerevoli falsi allarmi, abbiamo constatato che un dentino dondola davvero è esploso un mix incontenibile di sorrisi e saltelli. La notizia è stata così importante che l’ha comunicata al nostro amico Michele mentre cercavamo di non arrivare in ritardo a scuola. Noi eravamo in bicicletta e Michele stava accendendolo scooter ma il fatto di non essere stato sentito non ha scalfito di un millimetro la soddisfazione di poter comunicare una notizia di tale portata.

Cinque minuti dopo è stata la volta della dada ( i non bolognesi leggano: collaboratrice scolastica) che ha accolto la comunicazione come una rivelazione di grandissima importanza. Anzì, ha contribuito a elevare le aspettative con un “potrebbe caderti qui a scuola”, frase che ha prodotto un surplus di saltelli e sorrisi momentaneamente senza finestrelle.

Il sorriso

Tanto entusiasmo per così poco e tanta felicità avrebbero mandato in brodo di giuggiole persino Malefica e dunque non potevano che sortire il loro effetto sù di me che rispetto a Malefica sono una principiante. Ho sorriso con lui e ho sorriso del suo sorriso. Sarà retorico quanto volete, ma davvero, il sorriso spontaneo di un bambino ha in se qualcosa di magico, di difficilmente descrivibile.

Ora attendiamo che il dentino cada. Lui spera che cada presto. Io, con la mia tendenza alla nostalgia preventiva, preferirei che il dentino restasse al suo posto ancora per un po’. Appartengo a quella categoria di mamme (esistono le categorie di mamme?) per cui ogni novità, per quanto piccola è insignificante, è sempre un po’ ambivalente. Da un lato c’è la felicità di vedelo crescere e scoprire il mondo con un entusiasmo contaggioso, dall’altra la malinconia per quel che se ne và: una prima infanzia fatta di coccole, bacini, certezze e fiducia assoluta.

“Tra un po’ cade quel dente. Sta proprio diventando grande” ha detto la maestra, quando lo sono andata a prendere. A quel punto è partito il coro di commenti splatter degli altri bambini, quelli che già ci sono passati. E lui sorrideva.

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