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La grotta di Santa Barbara (e perchè vorrei ri-visitarla)

La grotta di Santa Barbara (e perchè vorrei ri-visitarla)

Qualche giorno fa è stata riaperta al pubblico la grotta di Santa Barbara. Una buona notizia per Iglesias e dintorni di cui non posso che rallegrarmi. Ci sono però dei motivi personali che rendono questa notizia particolarmente interessante. Innanzitutto, spero di farla visitare presto al Selvaggio. L’ultima volta che ci siamo stati, era il 2012, lui non c’era e io portavo in grembo Lucrezia.

Tutte le volte ( o quasi) che andiamo al mare, il piccoletto, all’altezza della miniera di San Giovanni fa la stessa domanda “Mi porti nella grotta che c’è lì dentro?”. La prossima estate spero di riuscire ad accontentarlo.

Quando ci siamo stati, le fanciulle erano ancora bambine ma ne conservano comunque dei ricordi. Tra i motivi che spingono il selvaggio a volerla visitare c’è naturalmente il trenino, associato, nella sua memoria bambina, a quello con cui siamo stati condotti alla scoperta delle grotte di Postumia.

La grotta di Santa Barbara: natura e storia

Grotte di Santa Barbara. Foto di Francesco Mula

La grotta di Santa Barbara ha sempre esercitato su di me un fascino particolare. Risalente a 500 milioni di anni fa, la grotta è stata custodita a lungo all’interno della miniera di San Giovanni. Si ritiene sia una delle più antiche al mondo e il grande salone, alto più di 25 metri, è un tripudio di stalattiti, stalagmiti e concrezioni a nido d’ape che ne costituiscono una delle note distintive. Queste meraviglie della natura si riflettono in un picolo lago. Il tutto è, ovviamente, molto suggestivo. E la suggestione aumenta se si considera che la grotta non comunica con l’esterno.

La grotta rimase sconosciuta fino al 1952, quando fu scoperta per caso durante i lavori di scavo. Si narra che gli operai e i tecnici rimasero senza fiato davanti a questa meraviglia. Credo non ci sia persona vissuta a Iglesias tra gli anni’60 e la fine del’900 che non conosca questa storia. Chi non l’ha sentita in famiglia, l’ha sicuramente appresa a scuola. Ovviamente, esistono diverse versioni del racconto e chi lo ha appreso dai protagonisti di quella straordinaria quanto inattesa scoperta lo custodisce e tramanda con orgoglio. Prima della sua apertura al pubblico, diversi anni fa, la grotta continuava ad essere per molti un luogo sospeso tra l’immaginario e la realtà.

La grotta custodisce un patrimonio naturale innestimabile, ma visitare la grotta consente anche un piccolo viaggio nella storia della miniera. I carrelli davanti all’ingresso, l’ascensore del pozzo, le gallerie: tutto rimanda alla vita della miniera che per secoli è stata la vita della gente del territorio.

La mia generazione ha visto gli scioperi per scongiurare il blocco dell’attività estrattiva, ha conosciuto la crisi, ha assistito al lungo e non ancora concluso percorso di riqualificazione dell’area mineraria.

I racconti della vita mineraria, della fatica e delle attese legate a quel mondo sotterraneo, hanno accompagnato la nostra infanzia. Varcare la soglia della miniera e raggiungere la grotta diviene, allora, un modo per entrare in contatto con quella storia che spesso è la storia dei nostri nonni . Quella storia, pur con tutte le sue contraddizioni, fa parte del nostro passato e farà parte del nostro futuro.

Sette anni fa siamo stati accompagnati alla scoperta della grotta da un signore di mezza età che aveva lavorato nella miniera. Nel tratto che separa l’ingresso della miniera da quello della grotta ci ha regalato alcuni anedotti di quel suo recente passato e di quello di chi l’aveva preceduto in quelle gallerie. Ho sempre considerato quei racconti come una specie di omaggio perchè sono convinta che “lo spirito” dei luoghi sia importante tanto quanto le informazioni archeologiche o scientifiche.

L’ultima ragione per cui vorrei portare il selvaggio nella grotta di Santa Barbara è strettamente personale: tornare nei luoghi del “prima” è sempre una sfida, un rimbalzare amaro e dolce tra gli eventi della mia esistenza.

Informazioni e biglietti

Quando qualcuno mi chiede dei consigli su “dove andare” nella “mia” parte di Sardegna, inserisco sempre la grotta di Santa Barbara nella lista. La bellezza della grotta, il suo valore geologico e naturalistico insieme alla storia del luogo in cui è rimasta “isolata” dal mondo la rendono una tappa imperdibile. Le informazioni per pianificare e prenotare la visita sono facilmente raggiungibili sul sito ufficiale.

La foto di copertina mi è stata gentilmente concessa da Francesco Mula.

5 pensieri su “La grotta di Santa Barbara (e perchè vorrei ri-visitarla)

  1. Cosa non si fa per i figli! ? A parte gli scherzi credo sia molto affascinante almeno per me che amo i minerali ma immagino anche per i bambini e le bambine…

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